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Immagini del viaggio

domenica 21 agosto 2011

Paris, adieu.

Dal covo dei rapitori anonimi son riuscito a scappare in tempo per saltare sul volo che mi sta riportando a casa. Cosi', anche con questo ed altri imprevisti, questo viaggio si e' completato. Ed e' salendo su questo aereo che mi raggiunge tutta la commozione per la consapevolezza di avercela fatta.
Un anno di pensieri, idee, lavoro, allenamento, studio, sogni, parole scritte e dette: preparazione. Costruzione.
Di un sogno.
Qualcuno ha visto quest'avventura come una sfida, qualcuno come una prova, altri una gara, chi una vacanza. Alcuni, presumo, non hanno capito perche' ma l'hanno seguita ugualmente con passione.
Per me e' stato il regalarmi un momento che non dimentichero' mai.

Per tutto il giorno di venerdì' sono stato teso, emozionato, nervoso, concentrato in attesa di completare l'ultimo tassello di questo puzzle. Ho pedalato nel silenzio delle colline e nel frastuono delle grandi strade, pensando a tutto quello che e' stato prima di questo giorno, tutto cio' che e' successo fino a qui.
I chilometri percorsi non sono stati tanti, ne avrei voluti ancora pur di non dover accettare la fine di questa strada. Per quanto l'abbia sognato e immaginato e desiderato, questo arrivo ha avuto in se' tutta la malinconia di una fine. E tutta la gioia della realizzazione di un sogno.

Cosi' non so descrivervi con esattezza quale sia stata l'emozione più' forte che ho provato quando ho sganciato i pedali per l'ultima volta, davanti all'Arco di Trionfo. So solo che ho pianto e ho riso insieme, sciolto nell'abbraccio di chi ha dato un nuovo senso a questo viaggio.

giovedì 18 agosto 2011

NOTIZIA DELL'ULTIMORA!!!!!!!!!!!

Carissimi Amici,
fidati Lettori,
Voi tutti,
è un ingrato compito quello che mi spetta oggi, in questa significativa vigilia dell'arrivo, di divulgare la seguente triste notizia!
Vi chiedo pertanto di sedervi comodi e leggere con molta attenzione quanto sotto.
Questa mattina, mi è pervenuto per corrispondenza del materiale, il cui mittente è anonimo, contenente una lettera ed un breve video.
Prima di illustrarvi il tragico contenuto vi riporto le informazioni desunte da un'accurata analisi del pacchetto: la busta si presenta di colore bianco senza particolari segni di riconoscimento. L'indirizzo della sottoscritta è battuto a macchina con un inchiostro nero e la erre risulta più sbiadita rispetto agli altri caratteri.
Il francobollo rappresenta la bandiera francese con la scritta "Liberté, égalité, fraternité" con il relativo timbro, in cui si leggono solo le cifre 80000.
All'interno la missiva è costituita da un banalissimo foglio A4 bianco su cui sono stati incollati dei ritagli di giornale e, complessivamente, il messaggio è il seguente:
"Il est vivant. Nous voulons l'argent."
Non mi è stato possibile allegare una foto del documento in quanto è ora nelle mani dell'Europol, ma son riuscita, invece, a fare una copia del file video che mi è pervenuto insieme al materiale cartaceo, avente come funzione quella di dimostrare la veridicità della prima parte del comunicato:



La drammaticità del video si commenta da sola.
In accordo con quelli dell'Europol abbiam deciso, vista la potenziale pericolosità dei soggetti, di assecondare la richiesta di riscatto e, malgrado non contenga un quantitativo preciso di denaro, mi appello a Voi, pregandovi di mettere una mano sulla Vostra coscienza e donare l'importo che pensate Michelangelo possa valere, nell'attesa della rivendicazione dell'accaduto.
Sconcertata dalla dolorosa notizia, perplessa della rapidità ed ancora incredula sulla modalità, rimango sempre a vostra disposizione.

V.M. 18

Roubaix, ore 17:20.
Michelangelo, 29 anni, per la prima volta in città, cerca coppia di amici etero per trascorrere una serata e una notte insieme.

"Monsieur, monsieur!"
Mi sento apostrofare da dietro da una voce maschile, abbastanza giovane, più di me senz'altro, che mi chiama da dietro.
Freno, mi fermo e mi volto verso questo ragazzone in canotta a righette orizzontali che mi attacca bottone in un francese dal vago sapore nordafricano.
"Can you speak english,please?" Replico.
Mentre il suo amico mi accerchia dall'altro lato, senza batter ciglio afferma perentorio: "..La pompe!"
"..ale'! pure gli algerini finocchi adesso! Che cazzo vorranno? (domanda a questo punto retorica). Qua si mette molto male." Penso.

Inizio a vedere gia' la scena della mia sottomissione al ragazzotto, e sentendomi gia' spacciato spero almeno che si sia lavato..
Lo schifo al solo pensiero di.. Mi attanaglia.
Fingo di non capire.
Lui indica li' in basso, tra le mie gambe.
A questo punto la sua richiesta e' inequivocabile, ma almeno tiro un sospiro di sollievo: pensavo a ruoli invertiti invece.
Lo guardo un po' attonito, ma mi vede tranquillizzarmi sebbene ancora paralizzato. Sono timido coi ragazzi io..
Decide cosi' di prendere lui l'iniziativa e, per farmi capire la sua necessita', strizza con le dita il copertone sgonfio della sua bicicletta.

Lampo di genio! Abbasso lo sguardo ed effettivamente la direzione del suo dito indica la pompetta che porto legata alla canna della bici.

martedì 16 agosto 2011

Il vero progresso

Che l'Olanda sia un Paese progredito ed all'avanguardia lo si e' sempre sentito dire..
Oltre alla notevolissima rete ciclabile ed alla cultura ed il rispetto per il ciclista, altre piccole cose ve lo segnaleranno.
Esempio sono i marciapiedi con spigoli a 45 gradi, cosi potete salirvi e scendervi senza dovervi fermare o rompere le ruote.
Lo si capisce anche dalle fette biscottate, in cui uno dei due lati ha la crosta e quando la azzannate non vi si sbriciola in mano imbrattandovi le ginocchia di marmellata, e...
troverete perfino l'incavo previsto per inserirci l'indice e tirarle fuori dal loro tubo senza fracassarle!

Pazienza quindi se piove 300 giorni all'anno..

Buongiorno!
vi scrivo da Bruxelles, dopo aver percorso i 127 km di ieri in un battibaleno (circa 6 ore) e con poca fatica, segno che il tempo e' migliorato e anche la mia condizione fisica si e' risollevata e le mie gambe si possono giovare del duro allenamento delle settimane scorse. Anche il sedere, in effetti. Ieri sono rimasto sorpreso dal constatare come il mio corpo si sia abituato alla nuova condizione che da tre settimane lo sto obbligando a seguire: non ho piu gran dolori ai muscoli, non mi fa piu male il sedere, alla sera non sono piu stanco morto, riesco a mangiare praticamente di tutto e a qualunque ora del giorno senza notare un apprezzabile decadimento della mia pedalata, non mi fanno piu male le spalle e la schiena, e anche se ogni tanto dormo su letti di fortuna, la mattina mi sgranchisco un po e son gia pronto per ripartire.
La cosa che ancor piu mi sorprende e' proprio che la mattina ho davvero voglia di mettermi in viaggio, non c'e stata una sola mattina (..ehm, da Lubecca in poi!) in cui abbia desiderato restarmene a letto a rilassarmi.. vi diro' di piu': oggi che il mio piano prevede la sosta a Bruxelles, mi sento un pescetto fuor d'acqua e non so quasi come far arrivare sera e poi domani. Eccomi infatti in un tourist point davanti a un pc.

A dirla tutta, ho talmente tanta voglia di arrivare a Parigi che non sto nella pelle.. non riesco a stemperare questa riposante sosta in cui il tempo sembra solo allungarsi dispettosamente, e' un' attesa quasi snervante. Cerchero' di vivermela tutta!

lunedì 15 agosto 2011

domenica 14 agosto 2011

MIKEA biciclettenstrom - il ritorno

Dal mio rientro son trascorsi ben nove giorni.
Come la sveglia che suona troppo presto la mattina, distogliendo l'attenzione da un fantasmagorico sogno, così per me quell'aereo.
Catapultata violentemente daccapo nella realtà di cui ognuno è artefice, non ho più il tempo neanche per pensare eppure, inesorabilmente, in ogni momento mi rivivo quelle sensazioni ancora fresche, percepite già come lontanissime.
Ma torniamo a quel volo o meglio, poche ore prima di prenderlo...

LUBECK - 4 Agosto 2011 ore 7:00 p.m.

Le tappe sono finite, il mio bolide mi ha condotto egregiamente fino al traguardo ed è giunto il momento di metterlo a riposare.
Dove? Nell'enorme scatolone!
Quando? Ora!
Come? Smontandola pezzo a pezzo.
Chi? Noi, ovviamente!
Si va bene, ma Chi e Come la trasporta fino all'aeroporto?!

Vi abbiamo narrato le peripezie delle bici inscatolate che ci hanno visto protagonisti all'andata... ebbene anche il ritorno, merita!

Il CS che ci ospita si chiama Cornelius, stravagante giovincello riccioluto dall'animo estremamente generoso.
Ci mette a completa disposizione la sua fantastica villa in riva al fiume; mangiamo insieme e ci conosciamo un po'.
Anch'egli cicloturista, viaggiò per lunghi periodi attraverso buona parte dell'Europa.
Ci mostra dapprima i vari itinerari su di un planisfero, dopodiché ci conduce in garage e ci fa vedere a bordo di cosa compì le sue imprese: un marchingegno lunghissimo, pesante e impossibile da condurre (Michi può confermare!), con un ciaffo davanti ed un coso come sterzo.
Insomma non riesco a descrivervelo, mi vedo costretta ad allegarvi una foto:

Curioso davvero!
Più tardi gli chiediamo quale fosse il modo più semplice per raggiungere l'aeroporto la mattina seguente, tenendo ben presenti dimensioni (200x100x20 cm circa) e peso (sulla ventina di kg) del bagaglio in questione e lui, per tutta risposta, ci dice:
"Qual'è il problema? Lo carichiamo sulla mia bici, a Sara gliene presto una delle mie che poi mi riporterò indietro al posto del pacco!".
La cosa sconcertante è che lo diceva come fosse l'evento più normale sulla faccia della terra, ma ancor più sbalorditiva era la disinvoltura con cui guidava il mezzo, l'indomani, fischiettando anche una canzoncina.
Ragazzi, facevo fatica a stargli appresso con una comunissima bicicletta!
Impressionante!!!!

E come non raccontarvi, poi, dell'attesa del pacco all'aeroporto di Pisa.
Individuato, a gran fatica, il nastro del mio volo (appello tra i lettori pisani: se per caso ci fosse il direttore dell'aeroporto, o suo figlio o basterebbe anche la zia del moroso della cugina, ecco fate in modo di migliorare le indicazioni che abbinano il numero di nastro al volo per quei pochi, magari anziani e pure stranieri, che ancora spediscono i bagagli e dovrebbero quindi ritirarli!!!), attendo che si attivi. Eccolo parte!
La prima valigia ad uscire era fucsia. Una ragazza aspetta che arrivi ai suoi piedi, la prende e se e va.
Il secondo è la volta di un borsone marrone di quelli vecchi senza ruote, raccattato questa volta da un alto signore canuto.
Per terzo un trolly rigido messo in piedi e, ad ogni curva, sembrava si dovesse ribaltare.
Ancora quarto...
quinto...
E così, pian piano, la gente intorno a me si sfoltisce.
Poi più niente.
Il nastro ancora acceso non sputa fuori più nessuna cosa che potesse assomigliare ad un bagaglio o, tanto meno, ad uno scatolone.
Panico!
Guardo nella finestrella con le tendine di plastica, quasi volessi arrivare a vedere fin dentro la stiva dell'aereo, ma niente!
Poi eccolo!
Lo intravedo!
Grande, enorme, marrone, trapezoidale.... no, un momento come TRAPEZOIDALE?!
Si avvicina a me e, quello che doveva essere un parallelepipedo perfetto, era diventato una sorta di conglomerato dal profilo romboide e per giunta completamente lacerato sul fianco.
La mia piccola invertebrata non solo si poteva vedere completamente, ma sarebbe potuta uscire per farsi un giretto da sola quando avrebbe voluto.
Meno male che mi è fedele e senza padrona non si azzarda a far due passi!
Che fare dunque??? Denunciare l'accaduto??
Ho borbottato un po' con le tipe dell'ufficio reclami bagagli squarciati e poi, dal momento che all'appello il contenuto c'era tutto (comprese le brugole!), ho optato per abbandonare la causa ed andare incontro ai miei genitori, procedura sicuramente più appagante!

sabato 13 agosto 2011

Che barba questo viaggio..

Dalla foto potrete facilmente essere indotti a pensare che dopo tre settimane di bici e una di maltempo io sia stanco, malconcio, trasandato ed affamato..
"Guarda li' che barba c'ha, non si cura più, si sta lasciando andare.." Potrebbero essere i commenti vostri. Di sicuro quelli di mia madre.

Invece, conoscendo gli olandesi e visitando le loro case ho potuto constatare con mano che per loro la stanza da bagno e' spesso un optional, un lusso riservato solo alle grandi case o appartamenti. Generalmente la toilette e' poco più' grande di un piatto doccia, sul cui lato aperto spesso si protende in aggetto lo sbalzo della tazza del water. La porta sigilla il tutto sul lato lungo del water, costringendo a contorsioni l'utente durante la fase di espulsione..di se stesso dalla stanza-loculo.
Ho menzionato lavandini? Bidet? Mobiletti-specchio? Porta asciugamani? Finestre?
No. E nemmeno i loro geometri l'han mai fatto.
Le mani e il viso ci si lavano nel lavello della cucina, senza specchio, naturalmente, per pettinarsi o truccarsi. Qualche italiano di cui non faro' il cognome (lo chiameremo Paolo) mi ha infine raccontato con rammarico i suoi tentativi di installare uno specchio da campeggio a ventose sopra il lavello a fianco ai fornelli, ma ha poi dovuto desistere quando la sua superstiziosissima ragazza (che chiameremo Chiara) ha visto franare lo specchio a causa del vapore delle pentole.

Oggi Paolo porta una bellissima barbetta di tre giorni alla Clooney. E Chiara cucina amorevolmente senza piu patemi d'animo.
Insieme mi hanno ospitato a Leiden nella prima "isoletta d'Italia" su cui sono approdato dalla lontana partenza da Stoccolma, offrendomi un deliziosissimo piatto di maccheroni al sugo e un ospitalita' calorosissima. Perfino il panino prima di partire.. mamma Chiaretta mi ha preparato stamane.
Spero di rivedervi presto e di potermi sdebitare.

Infine, per Paolo, una volta ancora: buon compleanno!!!

(Lettori, vi va di fargli gli auguri qui sotto?)

venerdì 12 agosto 2011

MilleMiglia

Ci eravamo lasciati dopo Bremen, e da quel giorno -che a me sembra lontanissimo- poco altro posso raccontarvi se non di aver passato tre giorni consecutivi controvento e in balia di continui temporaletti, alcuni talmente brevi da non darmi neanche il tempo di trovar riparo o di chiudere la zip dell impermeabile. Sembra che in Olanda la pioggia a scrosci sia la normalità.. almeno la Germania, con la sua intrinseca solidità e stabilità, se deve offrirvi pioggia, lo farà con costanza e insistenza dalla mattina alla sera.
Quindi, lasciata Bremen e raggiunta Frittolen, mi sono infine lanciato oltre il confine olandese in direzione Zwolle, amenissima e sorprendentissima cittadina dove una cordialissima e ospitalissima (e stavolta dico sul serio!) EMO-CouchSurfer si e' fatta carico di ospitare un puzzolente cicloturista italiano. Qui ho dovuto riconoscere che, come sempre succede nei viaggi, tanto meno sono le aspettative tanto più sono sorprendenti le cose che troverete, sia persone sia città sia paesaggi. Il segreto sta sempre nel viaggiare con nuovi occhi, non tanto nel cercare l'esotico o l'irraggiungibile.
Lasciata Zwolle mi dirigo d buon mattino e di buon umore verso Flevoland (di cui Saretta ha già abbondantemente scritto e raccontato le mie avventure, non avrei saputo fare di meglio!) e senza che il vento minimamente minasse la mia forza di volontà, ho raggiunto Amsterdam dopo i consueti 120 km/die, prima e dopo i pasti.
In totale negli ultimi 4 giorni ho percorso 425km controvento, alla velocità media di 18,5 km/h: tutta pianura ovviamente.
Contento come un bambino di avere una tripla sulla mia Scott (messaggio per i più ciclofili; chi non ha mai pedalato con chili e chili di bagagli controvento non provi neanche a commentare..)

Poi Amsterdam. Arrivato. Visitata. Ripartito.

Finalmente oggi altri chilometri da macinare, non tanti per la verità, 55, ma con questi ho raggiunto il simbolico traguardo delle MilleMiglia (1609 km) percorse, e mi sento un re. La mia bici e' tutta sporca e infangata e c'è grasso nero che si accumula su tutta la parte destra del telaio e della ruota, ed io la guardo e penso alle mitiche vetture che si facevano la MilleMiglia in un giorno e una notte, da Brescia a Roma e ritorno, correndo come saette nelle nostre campagne, sulle nostre colline, nelle nostre piazze gremite di curiosi e di gente che accorreva dalle campagne per sentire passare "i motori" a oltre cento all'ora..
Bisognava essere dei manici del volante, o più spesso dei facoltosi sportivi per potersi iscrivere a quella MilleMiglia; per la "mia", invece, è bastata una bici da poche centinaia di euro e un po' di allenamento, ed eccomi qua che nelle campagne Olandesi mi sento un Nuvolari anch'io mentre sfreccio tra caprette e pony (che ovviamente sono accorsi dalle campagne per vedermi passare appena lo hanno saputo dalle mucche pascolanti..)

Oggi è stato splendido fare un pezzo di viaggio insieme ad un cicloturista Sud Coreano, più o meno coetanei, più o meno solitari entrambi, ma con la stessa passione e curiosità per questo mondo.

Dalla Chiaretta's huis (casa), Leiden, è tutto.
Linea alla regia.

giovedì 11 agosto 2011

Apocalisse


E' proprio in queste piatte lande che ieri, il nostro Michelangiulisse si trovava a sfidare la brutale forza del vento: l'isola di Flevoland.
Situata al centro dei Paesi Bassi, il suo nome non deriva, come alcuni di voi potrebbero pensare, dalla "terra dei fiati" bensì da Flevo, un antico lago cancellato da un'importante inondazione a seguito della quale si istituì un nuovo mare interno, lo Zuiderzee.
Oggi quindi, Flevoland si presenta come un'isola emblema del connubio tra la mano dell'Uomo e quella di un eventuale Creatore: Aria e Acqua furono le risorse messe a disposizione da Quest'ultimo, dighe e mulini a vento fu la risposta dell'Uomo.
Mentre il verde scorre sotto le ruote, ci si dimentica di un sì prepotente intervento artificiale, non si pensa che quell'intenso colore un tempo era uno spumeggiante azzurro dal sapore di salsedine, finché, da lontano, non spunta una macchiolina bianca.
Poi un'altra.
E un'altra ancora.
Avvicinandosi diventano repentinamente segmenti verticali.
Crescono ad una velocità inaudita sia di numero che di dimensione e, in men che non si dica, ci si ritrova di fronte ad un esercito di soldati bianchi armati di pale ruotanti.
Come una spada estratta dal fodero che si esibisce in una minacciosa e rapida danza al fine di intimorire il nemico, così il suono generato dal ritmico roteare di tali lance.
ffffssssssss........ fffffsssssss....... ffffffsssssss....
Ci si sente piccoli ed impotenti di fronte alla maestosità dei Giganti Bianchi.
Non si riconosce più la natura inizialmente benevola di questi figli degli uomini, non ci si fida più di loro.
Hanno rinnegato i propri genitori ed ora si sollazzano ad incutere timore e seminare panico tra il genere umano, loro, traditori replicanti senz'anima.
Solo un uomo aveva ben chiaro che la situazione sarebbe, a breve, degenerata e avrebbe voluto bloccare il processo: un cavaliere dai nobili valori (n.d.r. niente a che vedere coi cavalieri che ci ritroviamo oggigiorno!) e dalle grandiose promesse, carismatico ed audace ma, ahimé, non fu dato credito alle sue parole, primo tra tutti il suo scudiero, indi per cui l'eredità giunta a noi oggi e che si ripercuoterà nelle generazioni future (pensateci bene prima di proliferare!!) è un esercito invincibile dall'inesauribile energia, destinato a moltiplicarsi, attaccare e, con molta probabilità, sconfiggerci!
Il suo nome era Alonso Quijano, in arte Don Quixote de la Mancha.

martedì 9 agosto 2011

Ouch-Surfing - Bremen addendum

Quanto mi e' capitato a Bremen presso un volenteroso CouchSurfer penso meriti almeno un postino (piccolo post).

A mezzora da Bremen chiamo il summenzionato CS per avvisarlo del mio arrivo, e lui mi comunica senza alcuna enfasi che a casa con noi, quella notte, ci saranno due ragazze ospitate in emergenza. Nessun problema, rispondo io. Salvo accorgermi all'arrivo che le due teenager estoni hanno vinto il divano letto matrimoniale ed a me non resta che il comodo materassino floccato gonfiabile, da gonfiare. Scelgo almeno il lato blu.

Il CS vive con la sua amorevole ragazza in un bilocale con 30mq divisi in due camere da letto piu poche altre piastrelle colorate ad evidenziare il cucinotto, ed un loculo che avrebbe fatto credersi una reggia anche il bagno di un camper.
(Mi spiega Josh che durante la settimana lui e Irena dormono separati perche' lui russa e lei si deve svegliare presto per il lavoro, si congiungono poi nel weekend..)

Penso: sara' una serata divertente, siamo in 5 semisconosciuti in uno spazio cosi' minimo.. ci sara' da ridere gia per la cena!

I due fidanzatini confabulano un minuto in germanico e giungono alla ragionevolissima conclusione che Josh dormira' con le bionde teenagers (le due, evidentemente, no), ed io dormiro' in camera con Irena, la quale si scusa in anticipo per la sveglia che suonera' alle 5:50. Ha il sonno profondo e le ci vuole tempo per risvegliarsi.. Scappa infatti solitamente di casa alle 7:45.

Penso: a caval donato..

Cena: Josh ha preso alla lettera la mia proposta a cucinare qualcosa di tipico italiano, cosi' dopo i 100 km della giornata mi trovo anche al fornello a preparare una carbonara per cinque..
Ah, Irena si scusa ma va a letto presto perche' domattina si alza presto. -1
Ah, le estoni non si scusano neanche e restano a letto a leggere Cioe' in cirillico, saltando il succulento pasto italico. -2
Io e Josh ci spazzoliamo cosi' mezzo kg di leggera pastasciuttina, tanta e' la mia fame e la sua tedescosita' che non ci impensierisce nemmeno il problema della digestione notturna..

Concludiamo la serata con una passeggiata serale (io e Josh naturmente) nella zona industriale di Bremen, dove lo stabilimento della Becks regala indimenticabili panorami urbani di tubazioni inox e piramidi di vuoti a rendere insieme ad un piacevole profumo di malto tostato.
Il centro storico me lo indica svogliatamente come "carino e pittoresco" e lo liquida con due battute senza neanche finire di attraversare il ponte sul fiume che lo separa dalla nostra attraentissima zona.

Non leggetela come una lamentela, e immaginatemi solo nell'imbarazzo di non saper quando poter iniziare a ridere, come quando vi raccontano una barzelletta e gia' prima della fine vi scappa di farlo.

lunedì 8 agosto 2011

Reduce dai 110km controvento di ieri e da una nottata sul materassino gonfiabile, la giornata di oggi non si presentava per niente facile. Sulla carta 126km di pianura, ma quello che non era scritto era la quantita' di acqua che sarei stato destinato a prendermi e il vento in faccia che mi ha sferzato pewer tutto il giorno.
Decido quindi di prendermela saggiamente pure con calma e di aspettare l'amico Riccardo che da Amburgo mi ha raggiunto per una copiosa colazione-pranzo insieme: riincontrare un buon amico val bene un po' di ritardo sull' arrivo.
Partenza ore 1330, quindi.
Diluvio in corso, dunque.
Vento contro, ovviamente, e continue soste per cambiarsi vestiti antipioggia che, con un minimo di sole, mi regalano inattese saune.
Fatica fatica e dolore nelle gambe, freddo e umido addosso. Mi fermo spesso e per poco tempo, giusto per spostare antipioggia dal bagaglio a me e viceversa, e per mangiare qualcosa.
Tre bruschette. Un muffin. Un hamburger. Una barretta. Una tavoletta di cioccolata. Una barretta. Caramelle. Una barretta. Un panino. Un caffè'. Una barretta. Un pezzo di dolce tetesko. E ora sto finendo una tavoletta di cioccolata.
Non mi bastano gli zuccheri per vincere la fatica mentale, e al 60km (ore 17) mi inietto della musica nelle orecchie, il mio vero doping. La strada e' ancora tanta, e piove ancora tanto, ma almeno il contakm che non riesco a far salire sopra i 22km/h non mi preoccupa più' e diventa solo una questione di tempo, non sento più il dolore delle gambe ormai piene di acido lattico avariato.
Avanzo lento e costante, cercando di distrarmi lungo una strada che e' solo lunga e prevalentemente dritta, e che appare anche beffardamente sempre in discesa, ma il vento ne annulla il beneficio.

Non vi racconto tutti i miei pensieri di oggi, alcuni voglio tenerli per me.

E arrivo alle 2130 in un non precisato posto sulla mia mappa umida e scolorita, ma almeno presente sulla linea verde che congiuge Brema (start) con Meppen (stop). Chiedendo indicazioni a due ragazzine quattordicenni, la loro saggezza mi convince a pernottare qui e a rimandare qualche km a domani. Non sempre a trentanni (quasi eh!) si e' veramente abbastanza maturi.

Ecco che vi scrivo quindi da una gasthaus in un non meglio precisato luogo nella campagna germanica che, per comodita', chiameremo Frittolen.

'Notte.

TOTO...TOGO...LOGO!




SEZIONE INTERATTIVA:
IL TOTO...TOGO...LOGO!

Vota anche tu il tuo logo preferito. Esprimi la tua opinione, che sia con un numero da uno a 29,99, con un colore, con una barzelletta, una ballata o un sonetto, insomma questa è una sezione interamente dedicata a te ed alla tua fantasia.

Inoltre, qualora volessi dare adito al tuo genio creativo, saremo ben lieti di inaugurare per te una nuova sezione: AFFOGATE LE NUOVE PROPOSTE EMERGENTI (malgrado il nome ricordi vagamente una pratica in uso tra le vecchie reclute militari, promettiamo di tutelare la coraggiosa matricola da eventuali episodi di nonnismo).

Dal momento che, per la sottoscritta, Internet è ancora un mondo esoterico avvolto da un enorme velo del Mistero della Fede e non abbia la benché minima idea di come si mettano, sotto alle figure, quei pallini tondi che inizialmente sono bianchi ma che cliccandoci sopra puoi annerire con un pallino nero ancora più piccolo che si va ad incastrare perfettamente all'interno del cerchio più grande, a voler dire: "Si, scelgo questo!"... insomma l'unico modo che potete usare per dir la vostra è il banale ma quanto più efficace Commento!
A Voi...

  • (1) Sobrio e lineare, sullo stile del capitello Dorico, propone, come protagonista, la bicicletta;


  • (2) Aggressiva, energica, il cui unico obiettivo è quello di bruciare le tappe;

  • (radice di 9) Leggera, interattiva, emblema del viaggio inteso come spostamento con eventuali imprevisti;


  • (44 in fila *6) L'essenziale è visibile agli occhi: c'è tutto... bici, monti, Mik e Sara (chi mi trova??)
  • (155-150+7-3-4) Prepotente la "A", né di Atrocità, né tantomeno di Adesso vengo e ti sfascio il logo!!
  • (6) Realizzato genuino, senza timbri preimpostati, e di sana sponte da un anonimo fan del blog che per comodità chiameremo Chelino! :P



domenica 7 agosto 2011

Momenti di celebrità

Per chi fosse esperto di svedese può aiutarci sicuramente a tradurre questo articolo che parla di vite condivise, di persone non più sconosciute, di fiducia verso il mondo, di esperienze sentite e raccontate...
Questo, il nostro piccolo momento di celebrità!!!!!

http://folket.se/nyheter/eskilstuna/1.1134115

P.s. Notare Michi come si nasconde con i suoi boxer sotto al tavolo!!

sabato 6 agosto 2011

"Surely before!!"

--- Aneddoto da Roskilde ---

Era il pomeriggio del caldo primo di Agosto, tappa in cui ci saremmo poi incontrati con il buon Claudio.
Il giorno precedente decidemmo, saggiamente, di accorciare la nostra seguente tappa a Roskilde, anziché Copenaghen, in modo tale da arrivare ad un orario utile per poter godere della piratesca atmosfera della città donata dal ben fornito museo vichingo.
Quel pomeriggio, quindi, chiamammo un suggestivo ostello che dava proprio sul molo dove erano ormeggiati i relitti marini:
- "Is it available a triple room for tonight?"
- "Of course! The Hostel is empty, but we close at 10 o'clock p.m.
When will you arrive?"
- "Oh... surely before!!!"

Più tardi ci congiungemmo con il Temerario, l'Impavido, il Coraggioso, il Brave, Lui: Jeanclaud!
I convenevoli si protrusero un po' oltre le previsioni, talmente tanto era il tempo intercorso dal precedente incontro e -i nostri lettori hanno imparato un po' a conoscerci- alle ventuno e quarantacinque pedalavamo ancora alle soglie della città, in quella che oramai ci contraddistingue dall'inizio del viaggio: la sfiancante corsa contro il tempo.
Ci presentammo dinnanzi all'ostello da noi selezionato alle ventuno e cinquantasei e fu una simpatica receptionist biondina, che se ne stava fumacchiando spensierata su una panchina, a darci l'infausta notizia che tutte le stanze dell'ostello erano occupate.
Rimanemmo letteralmente basiti, come statue marmoree, con la bocca aperta a metà e gli occhi sgranati, mirando e rimirando la povera malcapitata che non riusciva, a sua volta, a togliersi quel ghigno inconsapevole al volto.
Contai ben due minuti d'orologio in quel silenzio denso di disperazione ed incredulità, dopodichè la giovincella si guardò al polso e le si accesero gli occhi di un barlume di speranza:
"Maybe.... maybe... we have a room!"
Un'intera stanza multipla prenotata da un anonimo tizio che, se non si fosse presentato nei successivi due minuti, ci avrebbe automaticamente, ma un po' meno spontaneamente, ceduto la sua prenotazione.
Bloccammo le porte. Attendemmo quel tempo che magicamente sembrava dilatato come fosse un cucchiaio di Nutella su una fetta di pane e, finalmente, quella che fino ad un secondo prima avrei definito in modo cinico smorfiosetta, in quel momento si era incarnata nel ritratto terreno della Provvidenza:
"Congratulation!" esclamò.
E a sentire quella voce celestiale pronunciare siffatto motto altrettanto musicale, non potemmo trattenere l'eccitazione e scoppiammo in un comunitario abbraccio isterico.
"Surely before????? SURELY BEFORE?????"

Certe cose non hanno prezzo..

..come passeggiare per una nuova citta' tedesca con i tuoi nuovi coinqulini-colleghi (camerunense il primo, indiano il secondo) chiacchierando e mangiando un panino con alici e cipolla e sorseggiando il noto caffè sbroscia tedesco..

Nessun tour-operator ti offrira' mai un simile pacchetto.
E nemmeno ti ambientera' tutto questo in un EMOraduno!!!

Questo e' cio' che amo dei viaggi.
Per le "vacanze" c'e' tutto il resto del tempo.

ore 11:24




La vedo da distante.
E' una piccola porta di mattoni rossicci con due archi, sotto cui sfilano ad una ad una le auto, e con due alte punte azzurro rame stagliate verso l'alto quasi a voler bucare il cielo.
Sento gli occhi prima caldi poi un lieve bruciore. Il livello delle mie lacrime sale fino a raggiungere il punto massimo di contenimento ed ecco la prima goccia straripare. Tenta invano di aggrapparsi alle ciglia ma anch'esse non riescono a contenerla, cosi scorre veloce lungo la guancia e si ferma per un attimo, penzolante, sul bordo del mento per poi perdersi nel decolté confondendosi con il sudore.

La pedalata rallenta.
Le immagini intorno a me sembrano in pausa.
Io e l'arco.

Nella mia testa schizzano, pindarici, tra i più disparati pensieri:
sudore, stanchezza, dolore...
gioia, bellezza, libertà...
abeti, laghi, campi...
casette, mulini a vento, divani...
sconosciuti, amici, compagni...

La porta avanza sempre più. Ci son sotto.
Dietro mi seguono i miei due angeli custodi. Mi giro per un attimo e tiro un sospiro di sollievo. I loro sguardi fieri e compiaciuti mi sostengono ed io mi sento capita.
Ora piango senza trattenermi.

L'ombra dell'arco prima mi ingloba poi mi ributta fuori in un altro paesaggio molto più aperto.
Sono al centro della piazza e mi fermo a guardare quell'orologio dorato sul campanile che si staglia proprio sopra le nostre teste.
E' fermo alle 11:24.
Abbasso gli occhi sul computerino di bordo e leggo: 971 km totali, ore 11:25.
Curioso! Come se il tempo si fosse bloccato per celebrare con me questo momento così solenne.

Mi accorgo che la commozione non ha toccato solo me: ce l'abbiamo fatta!!!
Esitazioni, scommesse, voglia di mollare, tentennamenti e scoraggiamenti ridotti, in questo istante, in un cumulo di cenere spazzato via da una folata di vento, di quello stesso vento che, fino ad un attimo prima, tifava per la cenere.
Mi sento fiera!!!!

Guardo l'orologio della piazza di Lubecca, segna ancora le 11:24.
Abbasso lo sguardo: ore 11:42.

venerdì 5 agosto 2011

Certi casi ciclici

Chiedendo scusa a tutti voi lettori per la poca presenza negli ultimi giorni, vi comunico da una panchina nei pressi di Amburgo che abbiamo attraversato e conquistato valorosamente la Danimarca.
Non ve la raccontero' tutta adesso, tranquilli.

E' solo che a volte alcune cose ritornano. Ed e' stato cosi' anche questo brano di viaggio danese, in cui ho rivissuto situazioni analoghe a quelle successe durante la lontana "Campagna di Danimarca 2005".

Intanto il numero: questo brano di viaggio l'abbiamo suonato in tre, con l'amico Claudio da Rostock che ha pedalato con noi da Roskilde a Lubecca.

Poi Roskilde: il suo molo sul fiordo e il cielo stellato che da li' si puo' contemplare. Sono ancora come li ricordavo. E sei anni fa ricordo di aver espresso il desiderio di tornare in quell' esatto punto del molo per poter rivivere quell'estasi..

E in ultimo, la tappa "a cronometro" controvento per raggiungere in tempo il porto. Tutti in silenzio, poche parole, fiato prezioso. Ruota a ruota pedaliamo a testa bassa con le gambe gonfie, che fan male, che chiedono rispetto. Non ci sono indicazioni, cosi' alla fatica si aggiunge l'ansia di non esser certi della strada giusta, la gente qui sembra non conoscere altro che le autostrade, e si stupisce che tu voglia andare al porto in bicicletta, sono ben 40km.
La direzione la troviamo col sole,la mappa e' poco dettagliata, il vento ci rallenta e stanca, non aiutandoci a riflettere.
Quaranta km controvento, e alla fine, stremati e contenti, siamo al porto.
"Siete gli ultimi" ci dicono al check-in.
"Abbiamo vinto anche questa" e' il nostro comune pensiero.

martedì 2 agosto 2011

Energie rinnovabili

Si va a cannella!

Dopo Oslo

30 Agosto

Siamo da poco sbarcati in Danimarca dopo la breve sosta di un giorno ad oslo.
Queste le impressioni dalla citta.

A distanza di una settimana dagli attentati in cui oltre 90 persone hanno perso la vita, ad oslo si respira l'aria di una citta sconvolta dalla tragedia e si puo' toccare con mano la partecipazione dei singoli cittadini al lutto. In molti angoli della citta si incontrano raduni spontanei di fiori e lettere dedicate alle vittime. Il profumo dei fiori freschi depositati nelle piazze e le lacrime delle persone in raccoglimento sono simboli emblematici del dolore collettivo per le vittime.
Davanti al palazzo reale una lunghissima fila di fiori e candele conduce lo sguardo dei passanti verso un enorme cuore disegnato a terra,anch esso di fiori alla memoria. La presenza dei media e' ancora molto forte, una intera piazza del centro e' presidiata dai furgoni dell tv locali, ed e' ovviamente ancora molto forte la presenza delle forze di polizia a controllare la citta, che in questo periodo e' ambitissima meta di turismo.

Trovo questa foto molto significativa del momento che oslo sta attraversando: una signora sta andando a depositare una rosa in uno dei luoghi in cui le persone si radunano per pregare i loro concittadini caduti nell attentato.

lunedì 1 agosto 2011

The Sugarway (Sockervagen)

Foto scattata sulla antica strada dello zucchero, usata dagli svedesi per comprare lo zucchero in Norvegia quando costava meno.

Vostro,
AngelAlberto

...Ouch surfing!

Certo che e' proprio un universo bislacco quello del Couchsurfing.
Pedalando su lunghi rettilinei che condurranno alla meta del giorno, immancabilmente si incappa nell'interrogativo del giaciglio per la notte: sara' attinente alla descrizione sul profilo, o il nostro ospitante e' stato umile col suo baldacchino queen size o, peggio, troppo ottimista ed indulgente verso il suo zerbino a noi destinato?
In alcuni casi siam stati incredibilmente fortunati ad incontrare persone che, fidandosi, ci hanno lasciato pieno possesso dei loro curatissimi e accoglienti chalet.
Casetta dopo casetta, cosi' variegate, cosi' singolari, ci resta sempre come unico denominatore la quasi impercettibile sensazione di essere "ladri di fiorellini", innocui occupanti notturni le cui uniche tracce che abbiam scelto di lasciare sono: l'acqua nei sottovasi delle piante assetate, invitanti prugnette raccolte lungo la strada sistemate a mo' di centrotavola, e un sentito biglietto di ringraziamento.
In altri casi invece la fortuna ci ha baciati un po' meno.. E siamo stati accolti su pavimenti appena rivestiti da minimi strati di gommapiuma (+ piuma e - gomma) o da scomodi materassi sotterrati da fiumi di disordine e montagne di polverosita', trincerati tra il divano del salotto e il termosifone. Ed e' proprio da queste ultime esperienze che siamo stati ispirati a coniare il nome, riconosciuto e verificato gia' dall'accademia della crusca, per il sottogruppo dei più scalcinati ospiti che vi garantiranno i più accartocciati risvegli..: Ouch-surfing!